NELL’ISTANZA DI ACCESSO NON È SUFFICIENTE UN GENERICO RIFERIMENTO A NON MEGLIO PRECISATE ESIGENZE PROBATORIE E DIFENSIVE, POICHÉ L’OSTENSIONE DEL DOCUMENTO RICHIESTO PASSA ATTRAVERSO UN RIGOROSO, MOTIVATO, VAGLIO SUL NESSO DI STRUMENTALITÀ NECESSARIA TRA LA DOCUMENTAZIONE RICHIESTA E LA SITUAZIONE FINALE CHE L’ISTANTE INTENDE CURARE O TUTELARE. LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DETENTRICE DEL DOCUMENTO E IL GIUDICE AMMINISTRATIVO ADÌTO NEL GIUDIZIO DI ACCESSO AI SENSI DELL’ART. 116 C.P.A. NON DEVONO INVECE SVOLGERE EX ANTE ALCUNA ULTRONEA VALUTAZIONE SULL’AMMISSIBILITÀ, SULL’INFLUENZA O SULLA DECISIVITÀ DEL DOCUMENTO RICHIESTO.
Cons. St., Sez. VI, 09.02.2022, n. 931
“…In materia di accesso difensivo ancora di recente l’Adunanza plenaria ha ribadito come debba escludersi che sia sufficiente nell’istanza di accesso un generico riferimento a non meglio precisate esigenze probatorie e difensive, siano esse riferite a un processo già pendente oppure ancora instaurando, poiché l’ostensione del documento richiesto passa attraverso un rigoroso, motivato, vaglio sul nesso di strumentalità necessaria tra la documentazione richiesta e la situazione finale che l’istante intende curare o tutelare. La pubblica amministrazione detentrice del documento e il giudice amministrativo adìto nel giudizio di accesso ai sensi dell’art. 116 c.p.a. non devono invece svolgere ex ante alcuna ultronea valutazione sull’ammissibilità, sull’influenza o sulla decisività del documento richiesto nell’eventuale giudizio instaurato, poiché un simile apprezzamento compete, se del caso, solo all’autorità giudiziaria investita della questione e non certo alla pubblica amministrazione detentrice del documento o al giudice amministrativo nel giudizio sull’accesso, salvo il caso di una evidente, assoluta, mancanza di collegamento tra il documento e le esigenze difensive e, quindi, in ipotesi di esercizio pretestuoso o temerario dell’accesso difensivo stesso per la radicale assenza dei presupposti legittimanti previsti dalla l. n. 241 del 1990…”